Esaurito
Gli autori dei saggi raccolti in quest’opera riconoscono unanimamente che la pubblicazione postuma del Libro rosso di C.G. Jung, avvenuta nell’area anglosassone nel 2009 e in Italia nel 2010, è stata un dono oltremodo prezioso per il nostro mondo contemporaneo.
Similmente ai tempi instabili in cui si trovò Jung quando creò quest’opera un secolo fa (1913-1930), anche noi oggi ci troviamo di fronte a condizioni altamente turbolente e incerte e siamo travolti da un malessere spirituale, individuale e collettivo.
Manca del tutto una narrazione capace di guidarci nel mezzo di una crisi mondiale caratterizzata da disastri ambientali, rapide innovazioni tecnologiche, guerre incessanti, sfruttamento delle risorse e assoggettamento dei popoli. Stiamo fronteggiando, malamente, uno stato generale di esaurimento e burnout, di confusione a livello personale e nell’ambito colletttivo.
Studiosi e pensatori guardano sempre più alla monumentale opera di Jung come a una guida in grado di incantare nuovamente il mondo e di offrire una nuova e più profonda comprensione dell’homo religiosus. Ognuno dei contributi ospitati in questi due volumi si muove, in maniera del tutto peculiare e originale e focalizzandosi su temi diversi, alla ricerca dell’anima nella postmodernità.
Scritti di:
Stephen A. Aizenstat • Thomas Arzt • Paul Brutsche • Joseph Cambray • Gary Clark • Al Collins • Lionel Corbett • Federico de Luca Comandini • Alessandro Defilippi • Magda Di Renzo • John Dourley • Sonia Giorgi • Katie Givens Kime • Liz Greene • Gražina Gudaite • John Ryan Haule • John Hill • Heike Weis Hyder • Toshio Kawai • Mariapaola Lanti • Russell A. Lockhart • Romano Màdera • Samir Mahmoud • Maria Elena R. Mandacarú Guerra • Robert M. Mercurio • Thomas Moore • Lance S. Owens • Ingrid Riedel • Filomena Rosiello • Andreas Schweizer • Remo Sobrero • J. Gary Sparks • J. Marvin Spiegelman • Murray Stein • David Tacey • Giulia Valerio • Ferruccio Vigna
Brano della quarta di copertina del volume primo
Nelle pagine iniziali del Libro rosso Jung identifica come patologia primaria dell’individuo e della cultura nel suo ambiente la separazione tra «lo spirito del tempo» e «lo spirito del profondo», confessando di esserne stato egli stesso vittima: «Dovevo acquistare consapevolezza di aver perduto la mia anima». Jung aveva oggettivato l’anima in nome della psicologia come scienza. L’aveva rimossa dalla totalità dell’esperienza umana, riducendola all’interazione tra la mente e i sensi e a uno sterile approccio scientifico alle profondità del proprio essere. Tale ricerca lo aveva reso nientemeno che un assassino dell’anima.
John Dourley
Brano della quarta di copertina del volume secondo
Il Libro rosso è la storia di come Carl Gustav Jung sia diventato uno junghiano. È la storia della sua crisi di mezza età e della transizione che l’ha fatto diventare il pensatore indipendente che sarebbe stato per il resto della sua vita. È una storia personale che contiene la base delle teorie che Jung avrebbe sviluppato nei suoi libri sulla psicologia e nei suoi seminari. Ma costituisce anche qualcosa di più? Contiene qualcosa di importante per noi, mentre affrontiamo la sfida di come fronteggiare la vita in un mondo postmoderno? Il Libro rosso appartiene soltanto alla storia o è anche per il presente? Gli autori dei saggi raccolti in questi volumi cercano di dare delle risposte oneste e sincere a queste importanti domande.
Murray Stein