Il frammento di un’analisi, che costituisce questo volume, si riferisce agli ultimi sei mesi della terapia analitica di un paziente trentenne, affetto da un disturbo schizoide, e seguito da Winnicott, con diversi intervalli di varia durata, dall’età di 19 anni. Alcuni episodi accaduti nelle ultime sedute del precedente ciclo di terapia sono descritti nel saggio «Ritiro e regressione», riproposto nell’appendice del volume. L’abilità di Winnicott nel rispettare la realtà psichica del paziente nel contesto dello spazio analitico, la sua straordinaria vivacità intellettuale, le sottili interpretazioni e interazioni con il paziente – non condizionate da rigidi presupposti teorici –, il carattere non conclusivo delle sue affermazioni, che rispecchiano l’indeterminatezza delle dinamiche psicologiche in atto, sono aspetti che rendono questa testimonianza straordinaria e memorabile. «I professionisti in campo clinico», scrive M. Masud R. Khan nell’Introduzione, «possono trarre diversi insegnamenti dalla lettura di questo resoconto analitico, ma il più importante è forse questo: un analista non dovrebbe mai tentare di curare un paziente più di quanto non ne abbia bisogno, senza considerare le risorse psichiche che possiede per vivere dopo la cura».