Mai perdere la speranza, mio cuore, i miracoli dimorano nell’invisibile.
Rumi
Cos’è che rende Gesù, Ildegarda di Bingen e Mikao Usui capaci di guarire miracolosamente? Cosa hanno in comune queste tre figure poliedriche appartenenti a contesti culturali e sociali così diversi e lontani tra loro?
In che cosa consiste un miracolo?
La psicologia analitica interpreta la figura di Gesù come un’immagine prettamente simbolica, che rappresenta «il mito» dell’incarnazione di Dio, dell’unione tra spirito e materia. In altre parole, è un’immagine archetipica.
In tale ottica, Ildegarda di Bingen e Mikao Usui sono invece personificazioni concrete, nel mondo reale, di tale mito e di tale archetipo.
Questo libro coniuga – basandosi sulle ultime scoperte nei campi della psicologia, fisica quantitstica e neuroscienze – il fisico e il materiale, la mente e il corpo, il divino e l’umano. Considerando l’uomo, nella sua totalità di psiche e corpo, come ponte mediatore tra il mondo trascendente e quello immanente, il fenomeno del miracolo di guarigione è visto dall’Autrice come l’espressione dell’interconnessione tra il livello psichico e fisico dell’archetipo e il livello psichico e fisico dell’individuo, che coinvolge anche la dimensione transpersonale, per arrivare a quella che nel mito del miracolo appare quasi come un’evidenza: la spiritualità ha una sua concreta carnalità e lì si manifesta.