La moderna psicologia precisa il suo rapporto con le scienze naturali ed eguaglia in molti campi i loro metodi esatti, ma mancano ad oggi gli studi che esaminino i suoi rapporti con le scienze umanistiche. Per chiarire questa relazione, la ricerca mitologica – che coinvolge storici dell’arte e delle religioni, letterati e storiografi – sembra essere particolarmente adatta. Fraintendimenti e diffidenza da parte degli storici, generalizzazioni premature e interpretazioni affrettate da parte degli psicologi non hanno permesso finora la definizione dei metodi: gli storici tendono a costruirsi da soli la loro psicologia e gli psicologi tengono in considerazione i risultati della ricerca storica solo nella misura in cui essi si conformano alle loro teorie. Attraverso un excursus nella storia delle interpretazioni mitologiche, dove occupa uno spazio di rilievo la disamina del motivo della saga eroica tebana – il mito di Edipo –, l’autore effettua una prima ricognizione in questo ambito dimostrando le possibilità e i limiti di un’interpretazione prettamente psicologica. Ne deriva che per un’interpretazione davvero esaustiva, la psicologia occupa uno spazio non meno importante dello studio dei dati storici, a condizione che proceda in termini autocritici e sia consapevole di quanto è o non è in grado di dimostrare. La valorizzazione dei dati rilevati empiricamente e le conseguenti impostazioni metodologiche costituiscono il presupposto per la costruzione di una psicologia del mito fruibile dall’intero corpus delle scienze umanistiche.