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Partendo dal valore originale e originario del mito – in quanto narrazione universale dell’umano che va al di là del tempo e delle culture – l’autrice dà avvio alla riflessione sulle famiglie adottive e sulla loro necessità di ricostruire «la propria storia», nella ricerca del fondamento reciproco e comune punto di partenza della relazione con il figlio adottivo.
Prosegue, quindi, con la trama appena intessuta, trama familiare, unica, anche se in fondo molto simile a tante altre, nel costante ripetersi di passaggi e crisi di crescita e di appartenenza. Questo libro percorre una ad una tutte queste trame: quelle individuali del bambino, fatte di lacune nella memoria e nella storia e quelle dei genitori che lo incontrano e che arrivano a lui attraverso strade spesso vertiginose e tortuose. Il fil rouge di queste narrazioni è la ricerca di un senso di appartenenza reciproco nella dinamica degli affetti familiari, seppur a partire da rispettive «origini» spesso lontanissime e inconoscibili (o parzialmente indicibili).
Quelle qui raccontate sono storie di genitori e di figli adottivi che, attraverso un intreccio con le trame del mito soggiacente a ogni vissuto, permettono di scoprire il significato e aiutano a ridare il senso a ogni percorso di adozione, a ogni percorso di vita.