La finalità di questo volume è parlare di suicidio evitando le risposte metafisiche, ma anche le assolutezze del razionalismo e le idealizzazioni romantiche.
La domanda che l’autore si pone è come possa accadere che un uomo superi la paura della morte, fattore protettivo primario, tanto da procurarsela.
Il senso comunicativo del suicidio è sempre molteplice e mai esaustivo e per avvicinarlo e approfondirlo qui si è scelto di considerare la biografia e le opere di alcuni letterati che hanno concluso la loro vita con il suicidio o che hanno pensato di farlo.
Sia la filosofia, che la religione e la medicina propongono risposte che appaiono riduttive. È utilizzando l’apporto psicoanalitico che sembra possibile dare una soluzione alla domanda iniziale e favorire una comprensione, se pur parziale, di un comportamento così complesso e per gran parte enigmatico.
Diventa allora possibile, pur nel rispetto della libertà e della autonomia dell’individuo, pensare anche un intervento di prevenzione e di aiuto, tanto più se la suicidarietà è correlata a una condizione psicopatologica o, comunque, a una sofferenza grave.