Quando il gioco non è più un gioco

  • Anno: 2012
  • Pagine: 192
  • Collana: Psicologia Clinica
  • Formato: 16,5x24
  • ISBN cartaceo: 9788874873036
  • € 18.00
  • € 17.1

Le istituzioni sponsorizzano attività ad alto rischio,
come il gioco d’azzardo, e poi
– consapevoli degli effetti che provocano –
si impegnano a curare chi ne è vittima.
È stata definita la pandemia del III millennio, perché il contagio si è diffuso velocemente tra giovani e meno giovani, scegliendo le sue «vittime» tra le fasce sociali più fragili, quelle che sognano di risolvere i loro problemi con un colpo di fortuna. In questa atmosfera interiore di disagio e di legittima aspirazione a godere di un benessere maggiore prende forma il gusto del gioco e l’ostinazione a continuare a giocare finché la fortuna non si deciderà a fare la sua parte.
Negli ultimi anni è aumentato il numero dei giocatori presenti in area di rischio. Si sono accentuati quei fenomeni di carattere economico e psicosociale che trasformano velocemente il soggetto da giocatore sociale in giocatore patologico. Si tratta di una sorta di disabilità cognitivo-comportamentale appresa attraverso un meccanismo di coazione a ripetere, i cui effetti possono essere drammatici per il soggetto, per la famiglia e per tutta la società, con un effetto contagioso che si estende a cerchi concentrici.
Questo è un libro sul gioco d’azzardo rivolto innanzitutto alle persone a rischio, a coloro che cominciano a sentire il bisogno di giocare e si innervosiscono quando non possono farlo. È dedicato alle loro famiglie, che spesso non sanno come gestire la situazione. E a quanti fanno politica, cominciando dai comuni e dai loro sindaci che, concedendo le licenze necessarie per aprire nuovi locali o nuovi punti-gioco, si assumono concrete responsabilità. A loro tocca far rispettare la normativa vigente. Imparare a riconoscere i segnali d’allarme che richiedono un intervento precoce ed efficace è diventata la nuova frontiera della responsabilità sociale e dell’etica d’impresa, applicata a questo ambito. Tutti conosciamo qualche giocatore appassionato che ci incuriosisce per le sue abitudini e desta anche una certa qual preoccupazione. L’importante è saper cogliere in lui i segnali di un crescente disagio, per condividere almeno in parte quel tragitto delicato che lo aiuti a decidere di curarsi. A disintossicarsi senza dover necessariamente mettere a repentaglio affetti familiari, lavoro, patrimonio personale. È una nuova forma di solidarietà a cui siamo tutti chiamati con delicatezza e discrezione, per spezzare il circolo vizioso della dipendenza dal gioco.

di Paola Binetti

autore

Paola Binetti

Laureata in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Neuropsichiatria infantile, psicologa clinica e psicoterapeuta, Paola Binetti, attualmente Senatrice della Repubblica Italiana, ha dedicato i suoi primi anni di lavoro coordinando diverse équipe medico-psico-pedagogiche con l’obiettivo specifico di inserire bambini con problemi dello sviluppo neuropsicologico nella vita di classi normali, evitandone la ghettizzazione in quelle differenziali dell’epoca o nelle scuole speciali. Si è avvicinata agli studi di pedagogia speciale e di pedagogia medica per approfondire nuove metodologie di insegnamento e di organizzazione nelle aule e ridurre il gap cognitivo tra i ragazzi di una stessa classe. È stata Presidente della Società Italiana di Pedagogia Medica (SIPEM) e ha contribuito allo sviluppo del metodo tutoriale nelle scuole e nelle università. Ha rivolto ai bambini con diagnosi di spettro autistico una speciale attenzione per valorizzarne il potenziale creativo attraverso specifici atelier di pittura. Contestualmente ha creato centri di didattica integrata con la partecipazione dei genitori, sperimentando anche formule del tutto innovative di didattica tutoriale a domicilio. Come parlamentare svolge un’intensa attività legislativa rivolta allo studio delle malattie rare e alla diagnostica precoce dei disturbi nell’infanzia, occupandosi anche di problematiche specifiche legate ai disturbi dell’apprendimento. È stata relatrice del Disegno di legge sull’Autismo, approvato all’unanimità dal Senato della Repubblica e dalla Camera dei Deputati, ottenendo risorse specifiche destinate alla ricerca scientifica. Ha promosso convegni, seminari e gruppi di studio sul tema dello spettro autistico e ha collaborato come docente a numerosi corsi di perfezionamento per insegnanti su questo specifico argomento; ha pubblicato articoli e libri, molti dei quali sono ospitati nel catalogo delle Edizioni Magi.

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