Fedele per sempre

  • Anno: 2021
  • Pagine: 112
  • Collana: Novità
  • Formato: 13x21
  • ISBN cartaceo: 978-88-7487-460-6
  • € 15.00
  • € 14.25

Esaurito

Nulla come l’esperienza dell’abbandono mostra quanto la vita umana non consista di se stessa, ma sia integralmente sospesa alla risposta dell’Altro.
M. Recalcati

L’esperienza del tradimento, universalmente presente fin dai primordi della vita umana, percorre tutte le narrazioni che fondano la nostra cultura.
In questo libro, l’autrice esamina come il tradimento e l’abbandono si intrecciano con il tema della fusionalità e della mancata esperienza di separazione e come toccano in modo particolare la psiche della donna, la cui identità è stata antropologicamente segnata proprio dal tema della fusionalità.
Il tradimento può riattivare traumi e vissuti primari rimossi, portando alla luce un sé frammentato e costringendo la donna a un’elaborazione lunga e dolorosa e non sempre risolutiva dei propri vissuti; può configurarsi come una ripetizione traumatica insostenibile, che fa crollare le difese e la propria immagine e che può esitare nel suicidio. L’esperienza del tradimento e dell’abbandono può tuttavia essere anche una via individuativa per la strutturazione di una diversa soggettività femminile.
Di fronte all’ineluttabilità del tradimento, la cultura collettiva, quella religiosa come quella laica, pone da sempre, sia pure con qualche distinguo, la fedeltà come argine difensivo all’angoscia dell’abbandono. Ma quali dinamiche psicologiche ostacolano e rendono vano il proposito di rimanere fedeli?

autore

Maria Cristina Barducci

Sono nata a Firenze, dove vivo e lavoro come psicoterapeuta. Laureata in Lettere e in Psicologia, sono membro didatta dell’AIPA e della IAAP, con incarichi sia formativi che organizzativi. Sono stata giornalista pubblicista, professore a contratto all’Università di Firenze e ho fatto formazione al Centro di Psicoprofilassi Ostetrica dell’Ospedale di Careggi di Firenze, approfondendo uno specifico filone di ricerca: l’identità femminile, le problematiche della maternità e la relazione madre-figlia, così come si sono andate configurando nel mito, nella storia e nella clinica, con particolare riguardo al setting al femminile e alle sue specificità. La mia formazione storica e letteraria ha trovato uno spazio di crescita proprio nella rilettura costante del pensiero junghiano, nella cura dell’immagine e nell’attenzione al pensiero simbolico. In tutti i miei lavori ho trattato tematiche relative alla soggettività della donna, cercando di coniugare riflessioni cliniche e teoriche di matrice psicodinamica con gli studi sul genere e con il «pensiero della differenza», con il proposito «politico» di contribuire a dare voce e significato alla soggettività femminile. Sono autrice del volume Il velo e il coltello (2006) e curatrice di Paradossi di maternità (2008). Per i tipi delle Edizioni Magi ho pubblicato il libro Specchio delle mie brame. Narcisismo femminile e passione amorosa (2011) e con Beatrice Bessi e Rita Corsa Vivere con Barbablù. Violenza sulle donne e psicoanalisi (2018).

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